giovedì 29 settembre 2022

La sorpresa di Paolo.

 Chi ben comincia....

 

Non puoi star sempre li a parlarne, fantasticare... la voglia sale, sale e... e niente, volevo rifarlo (e si che erano trascorsi appena due giorni).

 Roby, neanche a dirlo, era piu che favorevole, percio, subito dopo cena telefono a Paolo se aveva voglia di passare da noi. Ci ha proposto di raggiungerlo in citta, perche aveva una sorpresa per me, che mi sarebbe sicuramente piaciuta..

 








































 Mentre mi preparavo morivo dalla curiosita.  

 Vedendomi cosi eccitata Roby anche mi prendeva in giro calcando la mano paventando orde di maschi alluppati che si accanivano coi loro carnosi scetri su di me...  

 Jeans e una camicetta sopra a della biancheria un po ricercata, filo di trucco ed ero pronta.


 Paolo abitava in un appartamento semicentrale. Era un vecchio palazzo che ha visto tempi migliori. Suonammo e ci apri il portone, salimmo i vecchi scalini di pietra e lo trovammo ad aspettarci sul pianerottolo.

 Ci salutammo calorosamente e ci fece accomodare, che dentro mi aspettava la sorpresa.

 Alla faccia della sorpresa. 

 Nel soggiorno, pieno di fumo di sigarette, chi in piedi, chi seduto attorno al tavolo ingombro di bottiglie di birra e chi sul divano, stavano sei uomini. Appena entrai si alzarono tutti. L'eta spazziava dai 35 ai 50-55 anni, la tipica fauna che si trova tra gli avventori delle peggiori betole cittadine.

 Mi presento ai suoi amici, naturalmente come la troia della quale aveva loro gia parlato...

 Devo ammettere che ritrovarmi davanti a quella piccola folla mi ha intimorito. Ero un po in imbarazzo, la baldanza che avevo fino a qualche minuto prima era svanita. Sinceramente mi aspettavo che Paolo si sia inventato qualche giochetto nuovo, o al limite aveva invitato un suo amico...

  Paolo me li presento tutti per nome, ma io non me ne ricordo uno, non sentivo nulla, tale era il mio imbarazzo. E fu sempre paolo,  accorgendosene, che salvo la situazione. Come, semplice, invitando tutti a spogliarsi e passare in camera da letto.

 Ad occhi chiusi, nuda sul letto sentivo tutte quelle mani che mi accarezzavano, palpavano, frugavano ovunque... L'imbarazzo svani ben presto, e quando riapri gli occhi vidi intorno a me tutti quegli uomini nudi coi loro cazzi svettanti. Vicino al mio viso vedevo anche un cazzo e lo presi in bocca. 

 Il forte odore di maschio che emanava, il sapore... mi fece partire. La dolcezza, la piacevolezza che regala un glande alle labbra, alla lingua e qualcosa di unico. Me e lo feci sparire tutto in gola.

 Con la coda del'occhio ne vidi un altro sul'altro lato e passai a lui. Tutti quei cazzi svettanti mi avevano ecitata oltre misura, ma adesso avevo voglia di sentirmi dentro qualcosa di piu che non le loro dita. E fui subito accontentata.








 
Cera un gran traffico di cazzi nella mia fichetta, fuori uno dentro l'altro.Come con la bocca del resto.




  Stavano letteralmente facendo i loro porchi comodi, qualcuno aveva gia scaricato il succo dei suoi coglioni dentro di me che subito entrava un altro cazzo a sbattermi e scaricarci la sua sborra.

  Mi usavano come sborratoio, e a me piaceva da morire.


 Se volevano qualcosa non chiedevano, si imponevano, dandomi della vacca, della troia... e io eseguivo docile e ubbidiente.  Anche quel linguaggio scurrile, osceno mi dava piacere. Oltre a usarmi come una troia, una puttana, anche mi trattavano da tale. 



 La serata duro a lungo, ma poi piano piano si esauri.

 Io me ne rimasi ancora sul letto a riprendermi dalle piacevoli fatiche. Mi faceva male tutto, le labbra mi formicolavano e la mascella mi doleva da tutto il tempo che mi trastullavo con i loro cazzi. La patatina mi bruciava un po, per non dire del culetto, letteralmente sfondato a suon di cazzi. Ed ero tutta appiccicaticcia di tutta la sborra che avevo sul corpo, fino i capelli erano imbrattati di sborra.

 Gli uomini si erano gia tutti rivestiti ed erano in soggiorno a bere, fumare e parlottare, quando mi alzai e chiesi se potevo farmi una doccia. 

 Prima di andare sotto la doccia mi sedetti sulla tazza del cesso. Dovevo evaquare quel clistere di sperma. 

 Usci dalla doccia ritemprata. Se ne erano andati tutti. Cosi com'ero, nuda e bagnata, mi distirai sul divano, presa da una piacevole spossatezza.

 Paolo mi chise se mi era piaciuto. "Siii" risposi. "Ero sicuro che non ti tiravi indietro" aggiunse, "Hai la stoffa del puttanone."

 Visto il mio entusiasmo alla prospettiva di ulteriori incontri con altri amici suoi, convenimmo che lui avrebbe dato il nostro numero del telefono in giro, cosi, quando qualcuno aveva voglia di organizzare un festino.... ci chiamava. 

 Ero entrata nel, nemmeno tanto ristretto, novero delle troie di Trieste.



 







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